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CRISTO RE DELL’UNIVERSO

CRISTO RE DELL’UNIVERSO


Pio XI insegnava che Cristo è veramente Re. Egli solo, infatti, Dio e uomo – scriveva il successore Pio XII, nell’enciclica “Ad caeli Reginam” dell’11 ottobre 1954 – “in senso pieno, proprio e assoluto, … è re”. Il suo regno, spiegava ancora Pio XI, “principalmente spirituale e (che) attiene alle cose spirituali”, è contrapposto unicamente a quello di Satana e delle potenze delle tenebre. Il Regno di cui parla Gesù nel Vangelo non è, dunque, di questo mondo, cioè, non ha la sua provenienza nel mondo degli uomini, ma in Dio solo; Cristo ha in mente un regno imposto non con la forza delle armi (non a caso dice a Pilato che se il suo Regno fosse una realtà mondana la sua gente “avrebbe combattuto perché non fosse consegnato ai giudei”), ma tramite la forza della Verità e dell'Amore. Gli uomini vi entrano, preparandosi con la penitenza, per la fede e per il battesimo, il quale produce un’autentica rigenerazione interiore. Ai suoi sudditi questo Re richiede, prosegue Pio XI, “non solo l’animo distaccato dalle ricchezze e dalle cose terrene, la mitezza dei costumi, la fame e sete di giustizia, ma anche che essi rinneghino se stessi e prendano la loro croce”. Tale Regno, peraltro, già mistericamente presente, troverà pieno compimento alla fine dei tempi, alla seconda venuta di Cristo, quando, quale Sommo Giudice e Re, verrà a giudicare i vivi ed i morti, separando, come il pastore, “le pecore dai capri” (Mt 25, 31 ss.).

Si tratta di una realtà rivelata da Dio e da sempre professata dalla Chiesa e, da ultimo, dal Concilio Vaticano II, il quale insegnava a tal riguardo che “qui sulla terra il Regno è già presente, in mistero; ma con la venuta del Signore, giungerà a perfezione” (costituzione “Gaudium et spes”).

COS'È L'ATTO DI CONSACRAZIONE A CRISTO RE?

Nei tre giorni precedenti la solennità di Cristo Re i devoti recitano uno specifico Triduo. Le invocazioni domandano in particolare che il Cuore di Gesù trionfi su tutti gli ostacoli al regno del suo amore. Mediante l’intervento della Madonna, poi, si auspica che tutti i popoli – disuniti dalla ferita del peccato – si sottomettano all’amore di Cristo.

Papa Leone XIII, l’11 giugno 1899, consacrò la Chiesa, il mondo e tutto il genere umano a Cristo. La formula dell’orazione, se viene recitata pubblicamente nella solennità di Gesù Cristo Re dell’universo, fa acquisire l’indulgenza plenaria. L’atto di consacrazione è ricco di richiami all’amore di Cristo per l’intera umanità. Un amore che si è reso visibile proprio nella totale donazione di se stesso sulla croce.

La preghiera è anche una richiesta di perdono collettivo e recita fra l’altro: «Molti, purtroppo, non ti conobbero mai; molti, disprezzando i tuoi comandamenti, ti ripudiarono. O benignissimo Gesù, abbi misericordia e degli uni e degli altri e tutti quanti attira al tuo sacratissimo Cuore. O Signore, sii il re non solo dei fedeli che non si allontanarono mai da te, ma anche di quei figli prodighi che ti abbandonarono

Atto di Consacrazione del genere umano a Gesù Cristo


O Gesù dolcissimo, o Redentore del genere umano, riguardate a noi umilmente prostesi dinanzi al vostro altare. Noi siamo vostri, e vostri vogliamo essere; e per poter vivere a Voi più strettamente congiunti, ecco che ognuno di noi oggi spontaneamente si consacra al Vostro Sacratissimo Cuore. Molti purtroppo non vi conobbero mai; molti, disprezzando i vostri comandamenti, Vi ripudiarono


O benignissimo Gesù, abbiate misericordia e degli uni e degli altri; e tutti quanti attirate al vostro Cuore santissimo. O Signore, siate il re non solo dei fedeli che non si allontanarono mai da Voi, ma anche di quei figli prodighi che vi abbandonarono; fate che questi quanto prima ritornino alla casa paterna per non morire di miseria e di fame. Siate il re di coloro che vivono nell’inganno dell’errore o per discordia da Voi separati: richiamateli al porto della verità e all’unità della fede affinché in breve si faccia un solo ovile sotto un solo pastore. Siate il re finalmente di tutti quelli che sono avvolti nelle superstizioni del gentilesimo, e non ricusate di trarli dalle tenebre al lume e al regno di Dio.


Largite, o Signore, incolumità e libertà sicura alla vostra Chiesa, largite a tutti i popoli la tranquillità dell’ordine; fate che da un capo all’altro della terra risuoni quest’unica voce: Sia lode a quel cuore divino, da cui venne la nostra salute, a lui si canti gloria e onore nei secoli. Cosi sia.

Leone XIII

TRIDUO A CRISTO RE



I Giorno


La centralità di Cristo nella storia e nella vita degli uomini, e il suo primato sull'universo.


Signore Gesù, la tua regalità, profondamente spirituale, penetri nel mio miserabile cuore, per comunicargli la gioia e appagarne la pienezza delle più nobili aspirazioni.


Tu il centro del genere umano: tu « l'alfa e l'omega, il primo e l'ultimo, il principio e il fine » (Ap. 22,13).


Il Regno di Dio si è manifestato in te come amore che libera i peccatori, gli emarginati, i disperati del corpo e dello spirito.


Tu salvi, per il Regno dei cieli, coloro che ti dànno testimonianza: che vivono come veri tuoi discepoli, in un amore sempre disponibile al perdono e alla misericordia, e perseveranti sino alla fine.


La tua regalità si presenta come modello ad ogni credente perché questi si renda capace di esercitare rettamente il dominio su tutte le cose, liberandosi dal peccato e dalla schiavitù delle passioni.


Entra nel Regno chi diventa salvezza per il proprio fratello.


Tu, pertanto, ci giudicherai assiso alla destra del Padre; e il tuo giudizio sarà salvezza o condanna di ciascun uomo, in rapporto al precetto dell'amore, in particolare di solidarietà con i più bisognosi.


Ti riconosco, o Gesù, quale mio Re: ti accolgo nel mio cuore quale mio Maestro e Guida di salvezza.


« Dio onnipotente ed eterno, che hai voluto rinnovare tutte le cose in Cristo tuo Figlio, Re dell'universo, fa' che ogni creatura, libera dalla schiavitù del peccato, ti serva e ti lodi senza fine.


Per Cristo nostro Signore. Amen ».


« Dio onnipotente, che in Cristo Gesù hai inaugurato nel mondo il tuo regno di amore e di pace, concedi che dopo averti servito con fedeltà in terra, possiamo stare con te nella patria celeste.


Per Cristo nostro Signore. Amen. (Dalla Liturgia della Messa)



II Giorno


La Regalità di Cristo affonda le sue radici nella divina rivelazione: riceve una solenne conferma dal Magistero della Chiesa: è suffragata anche dagl'insegnamenti di S. Margherita M. Alacoque, ricevuti da Gesù.


La Regalità di Cristo è un aspetto di particolare riferimento delle guardie d'onore.


Signore Gesù, quanto meschini sono gli uomini nel capire il significato autentico e profondo della tua regalità!...


C'è chi pensa che tu voglia imitare o attentare o diminuire le sovranità terrene, che, spesso, sono soltanto sete di potere, dittature e tirannie...


Tu ti presenti - è vero - come Re, ma il tuo regno non è di questo mondo, benché esso incominci ad edificarsi, sin d'ora, quaggiù, senza però alcuna concorrenza ai regimi politici di qualsiasi colore.


Quando, difatti, tentarono, a volte, le folle di proclamarti re, tu sempre ti sottraesti rapidamente.


Il tuo regno è diverso da quanto l'uomo possa immaginare.


Tu sei l'inviato del Padre con la missione d'unico Mediatore di salvezza di tutta la creazione.


Tu solo, Uomo-Dio, hai il potere, nella tua umanità, d'inserirci nella Famiglia degli eletti, nel regno del Padre.


Tu, pietra angolare, su cui poggia la salvezza definitiva di tutte le creature, di cui sei il primogenito, il re dell'Universo.


Perché Tu solo sei l'immagine perfetta di Dio invisibile; e unicamente da Te dipende il compimento del disegno creatore e redentivo di Dio.


Staccatasi la creazione da Dio, per causa del peccato, la tua regalità assume il carattere di una riconciliazione universale, che Tu operi versando il tuo sangue sulla croce.


Nessuno sfugge al tuo giudizio supremo. Tu ti presenterai sulle nubi del cielo, alla fine dei tempi, quale Figlio dell'Uomo, investito d'ogni potere, come giudice dell'universo.


Signore, ti prego d'illuminare tante menti - dileguandone i preconcetti perché riconoscano il mistero della tua Chiesa, « ossia il tuo regno già presente in mistero, per la potenza di Dio » (L.G. 3); e che essa non è fatta per sostituirsi ai poteri di questo mondo, ma per agire come fermento per migliorarne le condizioni. Non intende dominare il mondo, ma servire gli uomini.


« O Dio nostro Padre, che ci nutri con il pane della vita immortale, fa' che obbediamo con gioia a Cristo, Re dell'universo, per vivere senza fine con lui nel suo regno glorioso.


Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Amen. (Dalla Liturgia della Messa)



III Giorno


Cristo Signore della pace e dell'unità.


Per noi cristiani è il punto di riferimento essenziale per comprendere l'uomo e Dio.


Sarà nostro « Re » nella misura in cui la sua parola s'incarna nella nostra vita, con una personale e libera adesione.


Egli propone valori liberanti, doni di grazia interiore che ci abilita a operare secondo lo spirito delle beatitudini.


Signore Gesù, le caratteristiche che distinguono la tua regalità non vengono, da analogie con i poteri politici, ma dalla Croce su cui fosti innalzato e schernito quale « re dei giudei ».


Al buon ladrone, ravveduto e pentito, che ti riconosce « re di perdono », lo rassicuri con un dolce morente accento: « Oggi sarai con me in paradiso ».


Tu sempre hai respinto come tentazione la trionfale immagine messianica dei tuoi discepoli.


Non hai privilegiato la tua condizione di Figlio di Dio fatto Uomo: non hai preteso nulla per te! Ma ti sei offerto a servire disinteressatamente gli uomini sino a morir per loro.


La tua regale corona è di spine.


Sei re perché sulla croce il tuo amore è stato più forte delle nostre ingratitudini, delle nostre cattiverie, dei nostri peccati.


Meriteremmo rigoroso giudizio!


E Tu, invece, ci giudicherai un giorno secondo l'amore e nell'amore traboccante del tuo Cuore di Salvatore.


Quando ritornerai nella gloria a giudicare « i vivi e i morti », allora risplenderà la meraviglia del tuo amore: quello che si manifestò alla Maddalena, a Pietro, a Tommaso, ai crocifissori per i quali implorasti perdono dal tuo Padre celeste...


Signore, il vangelo ci dice che Tu verrai con potenza, ma si tratta sempre della potenza del tuo amore che si rivelò in maniera sconvolgente sulla croce.


Sulla legge dell'amore s'imposterà il giudizio universale: sarà l'ora suprema della verità in cui si rivelerà la realtà del tuo infinito amore.


Tu, o Cristo, sei Signore del mondo perché il tuo amore avvolgerà il mondo e lo farà nuovo.


« O Dio, che nel tuo Figlio ci hai dato l'esempio di un uomo nuovo, concedi che noi sappiamo imitarlo nella capacità di perdonare, e nel dono di un servizio generoso ai fratelli ».


Per Cristo nostro Signore. Amen

 
 

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