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Il numero 40 e il suo significato



Ricordiamo la pioggia dei quaranta giorni e delle quaranta notti, causata dai tesori della collera di Dio, quando si pentì d’aver creato l’uomo e sommerse nei flutti il genere umano, a eccezione d’una sola famiglia. Pensiamo al popolo ebreo che errò quarant’anni nel deserto, in punizione della sua ingratitudine, prima di poter entrate nella terra promessa“. Ascoltiamo il Signore, che ordina al profeta Ezechiele di starsene caricato quaranta giorni sul suo lato destro, per indicare la durata d’un regno al quale doveva seguire la rovina di Gerusalemme.

Due uomini, nell’ Antico Testamento, hanno la missione di raffigurare nella propria persona le due manifestazioni di Dio: Mosè, che rappresenta la legge, ed Elia, nel quale è simboleggiata la profezia. L’uno e l’altro s’avvicinano a Dio; il primo sul Sinai”, il secondo sull’Oreb; ma sia l’uno che l’altro non possono accostarsi alla divinità, se non dopo essersi purificati con l’espiazione di un digiuno di quaranta giorni.

Rifacendoci a questi grandi avvenimenti, riusciremo a capire perché mai il Figlio di Dio incarnato per la salvezza degli uomini, avendo deciso di sottoporre la sua divina carne ai rigori del digiuno, volle scegliere il numero di quaranta giorni per quest’atto solenne. L’istituzione della Quaresima ci apparirà allora in tutta la Sua maestosa severità, e quale mezzo efficace per placare la collera di Dio e purificare le nostre anime. Eleviamo dunque i nostri pensieri al dl sopra dello stretto orizzonte che ci circonda, e vedremo lo spettacolo di tutte le nazioni cristiane del mondo offrire al Signore sdegnato quest'immenso quadragenario

dell'espiazione; e nutriamo la speranza che, come al tempo dl Giona, egli si degnerà anche quest’anno di fare misericordia al suo popolo.



 
 

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