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Chi rimane in me ed io in lui fa molto frutto.

Il popolo di Israele conosceva bene la parabola della vigna del Signore. Nel Primo Testamento Israele, vigna piantata e curata da Dio stesso, non aveva portato buoni frutti. Gesù inaugura il nuovo popolo di Dio e si presenta come la vite vera in cui sono innestati i credenti. Il frutto dell’amore fraterno può portarlo solo chi rimane unito a lui, vive della stessa sua vita e accetta l’opera del Padre, che lo purifica, per renderlo più fecondo nell’amore.


Dal vangelo secondo Giovanni            Gv 15,1-8

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già puri, a causa della parola che vi ho annunciato.Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano.Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

Parola del Signore.



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