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Ci sarà gioia in cielo per un solo peccatore che si converte.

Gesù, sollecitato dalle mormorazioni di scribi e farisei, spiega il rapporto tra uomo e Dio in tre parabole. Nelle prime due Gesù parte da esempi d’amore tutto sommato comprensibili per i suoi interlocutori; nella terza, invece, alza la posta e presenta un Padre il cui amore per i figli supera e sconvolge ogni tipo di calcolo.


Dal vangelo secondo Luca Lc 15,1-32


In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione. Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».



 
 

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